SANTA LA TERRA

PREMIO LODI DI PACE 2011 COME MIGLIOR TESTO E MIGLIOR SPETTACOLO
2° CLASSIFICATO PREMIO BORRELLO PER LA DRAMMATURGIA 2010
PREMIO INTERNAZIONALE GOLDONI 2009 

Questa storia parla di guerra, parla del male, parla di noia e curiosità. Parte da un articolo di giornale, da una donna palestinese costretta a vivere sui tetti della sua città. Questione di permessi. Per vivere attraversa la città dall’alto. 

Questa storia, però, non parla di Palestina. Parla di guerra, e di uomini. Tre personaggi sono costretti a condividere un tetto. Un anziano, un’immagine e una bambina – i genitori se li è portati via il Grande Bombardamento – costretti a condividere spazi e noia, incomunicabilità e attesa. Qualcuno cerca di crescere, qualcuno si attacca ai riti, qualcuno piange una memoria che scompare come polvere al vento. 

Questa la vicenda, un po’ fiabesca, un po’ terribile, di un’assuefazione al pericolo (vero o promesso) che rapidamente sta prendendo piede anche nella nostra quotidianità. Ci si abitua al male, semplicemente, e tutto il resto sbiadisce, anche l’Uomo.

drammaturgia
Chiara Boscaro 
regia
Stefano Simone Pintor

con
Linda Caridi
Roberto Capaldo 

scenografia
Gregorio Zurla 
costumi
Stefania Barreca 
video
Fabio Fraomene 

produzione
Impresa Teatrale Fratelli Meucci

Estratti video da “Santa la terra”. Teatro alle Vigne di Lodi. 2011
Rassegna stampa
Motivazione Premio Goldoni Opera Prima

Santa la terra che non nutre i suoi figli” mescola con efficacia storia grande e documentaria, ovvero la tragedia di Gaza, con quella piccola, innestata su stilemi quasi da fiaba magica, vedi la sorprendente figurazione simbolica della Ragna, donna arpia-uccello traumatizzata dai tanti lutti e divenuta creatura inferica, neo gotica ma motivata e radicata nella vicenda presentata. Brachilogie nervose nel tessuto dialogico, spezzettato e mai ornamentale, attenzione accurata portata su dettagli di una realtà sociologicamente ben circoscritta, conflitti prospettici tra mondi dell’esperienza (i
vecchi) e quello irresponsabile ludico dell’infanzia, rendono il montaggio sempre ben controllato linguisticamente e allusivo, intrigante e inquietante

Daniela G. Carrabba

Due i premi assegnati a Santa la Terra:  all’autrice del testo, Chiara Boscaro, ed alla Compagnia Impresa Tratrale Fratelli Meucci che ne ha messo in scena la prima rappresentazione per la regia di Stefano Simone Pintor. Ecco la motivazione espressa dalla giuria: “L’incombere di una oscura minaccia di guerra che costringe due creature emblematiche della condizione umana, un vecchio e una ragazzina, ad un’esistenza prigioniera e precaria, non tarpa il loro anelito-diritto alla libertà. L’utopia della pace soffia nella realtà tragica del presente come una lieve e non arresa speranza di normalità, e grazie ad una regia di grande efficacia e densità di echi, talora fiabeschi e straniati, ed alla eccellente immedesimazione nel ruolo degli interpreti, ha saputo comunicare al pubblico una forte intensità emozionale.

Silvia Canevara – Il Cittadino

Santa la Terra, scritto dalla giovanissima Chiara Boscaro per la compagnia “Impresa teatrale fratelli Meucci” di Milano. «Anche se è ambientata in Palestina, spiega De Capua, è una storia universale, che parla di guerra e di chi più di ogni altro ne fa le spese, ovvero gli anziani e i bambini, costretti dalla drammaticità della situazione a trasformare il tetto di un palazzo in uno spazio innaturale per il gioco e il divertimento

Vincitore della prima edizione del premio drammaturgico “Lodi di Pace” è l’Impresa Teatrale Fratelli Meucci, il miglior testo Santa la Terra di Chiara Boscaro”. (…) “L’eccellente immedesimazione degli interpreti e una regia di grande efficacia densa di echi talora fiabeschi” li ha convinti a premiare il lavoro di questa compagnia milanese, che venerdì sera ha potuto fare rientro a casa con entrambi i premi in palio, uno alla migliore rappresentazione, l’altro al miglior testo. Nel motivare la propria scelta, la “forte intensità emozionale” del testo, ambientato sul tetto di un palazzo assediato dalla guerra: “L’incombere di una oscura minaccia che costringe due creature emblematiche della condizione umana – un vecchio e una ragazzina – a un’esistenza prigioniera e precaria, non tarpa il loro anelito alla libertà. L’utopia della pace soffia nella realtà tragica del loro presente come una lieve speranza di normalità