POLLICINO E L’ORCO

La straordinaria storia di due nemici per la pelle

Premio Otello Sarzi 2015 “Nuove figure del teatro”

E’ passato molto tempo da quando il piccolo Pollicino aveva rubato gli stivali al famelico orco, costringendolo a fuggire via, chissà dove. Tutti e due, ora, sono cresciuti, sono uomini. Pollicino è una star famosa grazie alle trascorse imprese eroiche, intento a gestire i propri fans e la propria immagine di personaggio pubblico. L’orco, dal canto suo, si è umanizzato. Dopo tanti di anni ha capito di essere solo e triste perché tutti sono terrorizzati dalla sua leggendaria famelicità. Ha cambiato dieta, look e modi. Ora l’ultimo passo necessario alla riabilitazione è ricostruirsi una reputazione facendosi degli amici, organizzando feste e cene, insomma diventando un uomo a tutti gli effetti o almeno questo è quello che ci racconta. Certo è che l’unica persona al mondo che conosce, il solo a cui può rivolgere un invito è proprio il suo acerrimo nemico Pollicino, che, sicuro si tratti di un inganno, accetta comunque per vanità. I due si riaffrontano così in un sorprendente “rendezvous” cercando di raggiungere i rispettivi obiettivi. Pollicino vuole aumentare la propria popolarità con una buona azione: restituire all’Orco gli stivali delle sette leghe. L’Orco vuole che Pollicino si fermi a cena per festeggiare il proprio compleanno in “compagnia”. Attraverso lazzi, equivoci e capovolgimenti, scopriranno infine che l’idea che ognuno aveva dell’altro era solo il frutto delle proprie paure e del pregiudizio. 

di e con
Roberto Capaldo
Walter Maconi

disegni
Biro

luci e realizzazioni scene
Iro Suraci


produzione Rebeloteatro
in collaborazione con Residenza Idra

Trailer di “Pollicino e l’orco”. Premio Otello Sarzi 2015.

Rassegna stampa

Motivazione del Premio Otello Sarzi 2015

Per la maturità e disinvoltura degli attori, la padronanza dei tempi teatrali, per l’originalità e la compiutezza divertita del testo, che con ironia e intelligenza, inventa la continuazione di una fiaba classica toccando i temi dell’amicizia, delle paure, della crescite e del cambiamento.

Elena Scolari – Eolo

” […] Partiamo dal vincitore, decretato all’unanimità dalla giuria: Pollicino e l’orco di Residenza Idra / Associazione Rebelot di Brescia, di e con Roberto Capaldo e Walter Maconi. Lo spettacolo è il seguito della fiaba di Pollicino, la cui trama viene molto succintamente riassunta nei minuti iniziali da una voce fuori campo e tramite alcuni riquadri visivi con la tecnica delle ombre. L’idea è immaginare il rapporto tra i due personaggi, Pollicino e l’orco, fuori dai margini della storia che conosciamo e proiettarli in un possibile futuro, in un tempo durante il quale entrambi sono cresciuti, maturati, sono cambiati.

Pollicino è diventato un uomo perché non è più bambino (Capaldo è un furbo scugnizzo napoletano), ma anche l’orco è diventato un uomo (Maconi è in smoking) perché si è tutto ripulito e ormai mangia solo tre o quattro uomini al mese… “eeeeehhhh, siamo nove miliardi al mondo, tre al mese, che vuoi che sia….”, gli dice Pollicino con spirito. Sì, perché lo stile dello spettacolo è molto divertente. La riflessione sulla crescita e sul cambiamento è svolta con intelligenza e sempre con grande ironia, con uno humour – a volte nero – davvero irresistibile. L’interazione fra i due attori è molto riuscita, la disinvoltura nella recitazione è uno degli aspetti più apprezzabili insieme all’ottimo ritmo, alla padronanza dei giusti tempi teatrali e alla bella scrittura di un testo agile e acuto.

Senza fare lezioni si parla di chi agli occhi del mondo “rimane orco per sempre”, alludendo alla difficoltà di affrontare la vicinanza di ciò che ci spaventa, senza accettare che tutti, buoni e cattivi, vivono mutamenti anche profondi nel corso della vita. Nemici che imparano a conoscersi meglio, fino a ballare insieme in un appassionato tango, non della gelosia ma dell’ironia. […]”

Daniele Rizzo – Persinsala Teatro

Spettacolo d’attore, con i protagonisti della celebre fiaba di Perrault ormai grandi e “capaci di provare tutta la gamma di sentimenti umani”, dalla presunzione di Pollicino alle paturnie dell’Orco. La sostanziale prevedibilità degli sketch, accompagnata dall’esuberanza comica di Roberto Capaldo e Walter Maconi e dall’ineccepibile sincronismo scenico, dà comunque forma a un’esilarante e trascinante dispositivo ludico in grado di mettere – giustamente – in crisi il convenzionale rapporto tra diverse alterità, così inficiando – in un vero e proprio caleidoscopio di emozioni – il canonico rapporto tra bene e male.

Colpi di Scena 2016

“…carico di quelle ricchezze Pollicino tornò a casa dai suoi genitori. L’Orco invece solo e disperato se ne andò per sempre da quelle terre”.

Questo il finale della fiaba originale. Li avevamo lasciati qui i due protagonisti. Ma dopo tanto tempo che fine hanno fatto?
Pollicino e l’Orco è un sequel, una commedia brillante e poetica in cui i due leggendari personaggi si rincontrano constatando di essere entrambe diventati più “uomini”, di essere cresciuti. Impegnati in un duello all’ultimo sangue, ritmato da una tensione tragicomica e commovente, i due non si risparmiano nulla: vecchi rancori e nuovi colpi bassi, intime confidenze e rinnovate paure, facendo continuamente i conti con la propria natura e con la cena di cui Pollicino è convinto essere la portata principale.
Nella fiaba di Charles Perrault, il bambino piccolo come un pollice, sconfiggendo il “simbolico” nemico, affrontava in realtà le proprie paure e ne usciva arricchito. Era cresciuto. L’orco non poteva più albergare nell’animo “emancipato” di Pollicino ed era costretto a riadattarsi altrove, a cambiare, a crescere anch’egli a suo modo. È per questo che abbiamo immaginato che in un ipotetico “dopo” entrambe fossero diventati uomini, capaci cioè di provare tutta la gamma di sentimenti umani, come un bambino sa fare ma a cui ancora non sa dare un nome. Quando Pollicino e l’Orco si rivedono, vivono un vero e proprio caleidoscopio di emozioni. L’idea legata al passato che ognuno ha dell’altro si scontra con la sorpresa di scoprirsi trasformati, ma si accompagna anche al timore che il cambiamento non sia autentico.
Durante l’intera messinscena i bambini sono portati a identificarsi nelle convinzioni e nelle paure di Pollicino, in quanto eroe positivo e a diffidare dell’Orco, cattivo e mangia uomini per antonomasia. Certo il tentativo di cambiamento dell’orco è goffo, sicuramente ambiguo nelle modalità, oggettivamente difficoltoso se considerato il punto di partenza. Però egli dice la verità sin dall’inizio, il suo è un cambiamento sincero. Di fatto tanto basta, sommato alla diffidenza di Pollicino, per non credergli. Sarà solo lo svelamento finale a sciogliere ogni dubbio e a far capire ad entrambe che forse, d’ora in poi, potrebbero fidarsi l’uno dell’altro.