TEMPESTA 6+

Liberamente ispirato a La tempesta di William Shakespeare

Per arrivare a scatenare una tempesta bisogna essere davvero molto forti e potenti e sicuramente molto, molto arrabbiati. Qualcuno deve averci fatto un torto così grande da scatenare dentro di noi il desiderio di ripagarlo con la stessa moneta, più gli interessi. Insomma chi è capace di scatenare tempeste contro i propri nemici, deve avere di sicuro un grande potere, ma per arrivare a perdonarli bisogna avere dei superpoteri, bisogna essere maghi.La storia del mago Prospero, usurpato e confinato sull’isola assieme alla figlioletta Miranda, dello spirito dell’aria Ariele, del selvaggio e deforme Calibano e di tutta la strampalata compagnia della Tempesta di Shakespeare, viene proposta ai bambini in una messinscena dal sapore fumettistico, attraverso l’uso di maschere e pupazzi a grandezza naturale, come in un sogno pop, in cui i veri supereroi non puniscono i cattivi ma li “tempestano” fino a farli pentire, perché è solo così che il mondo può accogliere il bene. E se noi “siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni”, allora possiamo essere sicuri che la realtà dipende solo da ciò che sogniamo. 

regia e drammaturgia Roberto Capaldo 

con
Francesca Perilli
Roberto Capaldo
Sacha Oliviero

habitat
Antonio Catalano 
luci
Iro Suraci 
maschere di
Andrea Cavarra 
costumi realizzati da Chiara Barlassina 

un progetto di
RebeloTeatro 

produzione
Residenza Idra
con il sostegno di
Festival I luoghi dell’Adda

Trailer dello spettacolo Tempesta 6+. Debutto al Festival “I luoghi dell’Adda” 2016.
Rassegna stampa
Francesca Romana Lino – Fattiditetaro.it

[…] capacità funambolica di librarsi sul filo teso fra fedeltà e invenzione. La scheda tecnica indica che lo spettacolo è pensato per bambini delle elementari e questo giustifica la resa segnicamente naïf delle scenografie e la presenza di un maggior numero di oggetti di scena con cui intergire (a bimbi più piccoli, non si può chiedere un medesimo sforzo immaginativo, che non parta da un supporto concreto). Eppure la cura e la precisione performativa degli attori (Roberto Capaldo, pure drammaturgo e regista, Sacha Oliviero e Francesca Perilli) nell’alternanza dei linguaggi, lo rende uno spettacolo godibile e dunque fruibile anche da un pubblico adulto, capace di riconoscerlo e apprezzarlo al meglio. Nessuna didascalia, né teatro nel teatro, qui; le scene sono tutte recitate e l’elemento di varietà lo si trova nell’alternanza dei codici: teatro d’ombre (sostenuto da una luci dai colori accesi e d’effetto, entro cui mirabilmente si contorcono i corpi degli attori), Commedia dell’Arte, gag, calembour, canzoni e piccoli “artifici scenici” (la lucina rossa, ad esempio, che è Ariel, e che quasi magicamente trapassa il diaframma del fondale, per venir quasi stritolato fra le mani minacciose di un Prospero ancora non disposto a restituirgli la libertà promessagli) ed una caratterizzazione dei personaggi efficace e ottenuta attraverso l’accentuazione del dialetto e pochissimi essenziali elementi scenici (le maschere e le tute con tanto di stivaloni incorporati, ad esempio, per i due marinai, che risultano ancor più felici nel trasformarsi nel sembiante dei teatranti, nel celeberrimo monologo: “Siamo fatti della stessa sostanza dei sogni…”).

Elena Scolari – Eolo.it

L’opera testamento di Shakespeare realizzata per i bambini, partendo dalla traduzione del testo di Eduardo De Filippo in napoletano. Un progetto composito, una riduzione non facile. Residenza Idra mette in scena La tempesta con tre attori (Roberto Capaldo, Sacha Oliviero e Francesca Perilli) e le scenografie à la Robinson Crusoe di Antonio Catalano.

L’ambientazione dell’isola è resa con teli leggeri appesi a canne, come un temporaneo rifugio, fragile come le vite dei personaggi, manipolate dal mago Prospero. L’isola è un luogo immaginario, è lo spazio dove un uomo studioso delle arti magiche vive – da esule – con la figlia Miranda e il selvaggio Calibano dopo essere stato spodestato dal fratello Antonio assurto surrettiziamente al regno di Milano. Di ritorno da Cartagine, Antonio e il suo complice Alonso si trovano in nave su una rotta vicina all’isola e a Prospero si offre l’occasione di vendicarsi: inscena così una tempesta e fa naufragare tutto l’equipaggio, guidando i comportamenti di tutti con inganni e incantesimi grazie all’aiuto dello spiritello Ariel, fino a rimettere ordine nel suo mondo riappacificandosi con chi l’aveva esiliato. Questa, in estrema sintesi, la trama dell’opera shakespeariana. Nello spettacolo si sottolineano gli aspetti giocosi del testo, si sfruttano gli effetti di diversi linguaggi teatrali: le ombre, le maschere, i travestimenti, i dialetti, stili ancora da amalgamare ma utilizzati con attenzione. C’è però qualche difetto nella caratterizzazione dei personaggi: Ariel è una piccola lucciola rossa che non prende mai corpo, bella soluzione più che sufficiente a rendere il suo carattere aereo, potrebbe quindi usare un tono di voce più adulto; Calibano è giustamente un essere terrigno col corpo ricoperto di tatuaggi/simboli e che parla in napoletano, il che sarebbe una metafora linguistica più riuscita se fosse il solo a usare questo dialetto; infatti Stefano e Trinculo confondono un po’ con le loro cadenze regionali; Miranda potrebbe ancora lavorare sull’incantamento che deve provocare in Ferdinando, ora un po’ repentino. Tempesta 6+ è un lavoro che riesce ad avvicinarsi al pubblico dei piccoli con la creazione di belle atmosfere, che sanno trasportare in un luogo dove le magie servono a cancellare i rancori, a restituire una geometria “giusta” ai rapporti umani: perdonando ci si libera dei propri fardelli. 
Il lavoro per rendere leggibile l’intreccio è riuscito, da aggiustare gli equilibri di durata tra le scene e qualche ingranaggio ancora non oliato perfettamente. La scelta di affrontare l’importanza del sogno e della finzione nel mondo dell’infanzia tramite le parole di Shakespeare è un’idea niente affatto banale ed estremamente rispettosa delle capacità di un pubblico troppo spesso sottovalutato.
Il vento finale, il soffio che riporterà tutti al loro posto, arriverà dai bambini senza che venga loro richiesto.